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"Genere" è diventata una parola onnipresente pur essendo relativamente nuovo il suo impiego al di fuori della grammatica. Il suo primo uso e significato è infatti distinguere nomi, aggettivi anche verbi (in altre lingue) di genere maschile, femminile e neutro (come in latino). È solo dagli anni '60 che la parola genere viene impiegata per denominare anche i ruoli sociali dei due sessi, cioè il fatto che ciò che fanno uomini e donne, il modo in cui si comportano in famiglia, nella sfera economica, nel tempo libero, e poi i loro gusti, preferenze, abiti, hobby siano profondamente diversi, ma anche disuguali. Tali diversità e disuguaglianze sono normalmente concepiti e propagati in tutte le società come un dato di natura: gli uomini sono così, le donne sono diverse, e generalmente il tuo sesso determina il tuo modo di stare al mondo, perché determina i compiti che ti sono assegnati, il tuo lavoro, il tuo ruolo nella famiglia, il tutto ritenuto normale e naturale. Il genere in senso sociale è qualcosa che diventa evidente solo quando questi ruoli sono contestati, come hanno fatto le femministe in ogni epoca, esprimendo disaccordo su regole e limitazioni penalizzanti per le donne.